Una maestra assegna una poesia ad un bimbo autistico: il testo è di incredibile potenza

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di Claudia Melucci

03 Maggio 2016

Una maestra assegna una poesia ad un bimbo autistico: il testo è di incredibile potenza
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Tutti i genitori vogliono proteggere i bambini dall'essere feriti dai loro coetanei, anche solo verbalmente, e i più esposti a questo rischio sono i bambini che richiedono attenzioni particolari. Il padre di Benjamin Giroux, un bambino di 10 anni con la sindrome di Asperger, ha diffuso la lettera che suo figlio stesso ha scritto e nella quale ha riversato tutto il suo disagio nel sentirsi escluso e diverso dai compagni di classe.

La sindrome di Asperger rientra infatti nello spettro dei disturbi autistici, e compromette le interazioni sociali e gli schemi comportamentali.

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La maestra ha assegnato alla classe una poesia intitolata "Io sono"; le prime due parole di ogni frase erano già scritte: ecco come Benjamin le ha completate:

La maestra ha assegnato alla classe una poesia intitolata "Io sono"; le prime due parole di ogni frase erano già scritte: ecco come Benjamin le ha completate:

autisticandproud.wordpress.com

"Io sono particolare, io sono nuovo

Mi chiedo se tu sei lo stesso

Sento le voci nell'aria

Vedo che tu non le senti, e questo non è giusto.

Voglio non sentirmi malinconico

Io sono particolare, io sono nuovo

Io fingo che lo sia anche tu

Mi sento come un bambino in un intercapedine

Io tocco le stelle e mi sento fuori posto

Mi preoccupo di quello che pensano gli altri

Io piango quando le persone ridono, mi strizza il cervello

Io sono particolare, io sono nuovo

Capisco adesso che lo sei anche tu

Io dico "mi sento come un naufrago" 

Io sogno che un giorno questo sarà giusto

Cerco di farmelo andare bene

Spero che un giorno ci riuscirò

Io sono particolare, io sono nuovo."

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Il padre ha raccontato che dopo aver letto la lettera, lui e la moglie erano pervasi da un turbinio di emozioni: erano stupiti e felici che il bimbo si fosse espresso in quel modo, liberandosi di tutte le sue paure e pensieri, ma allo stesso tempo si resero conto più che mai delle difficoltà che il piccolo affrontava silenziosamente ogni giorno.

Piangevano di gioia e di dolore immenso. 

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