Alcuni consigli efficaci per gestire un figlio disubbidiente e capriccioso

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di Marco Renzi

20 Ottobre 2018

Alcuni consigli efficaci per gestire un figlio disubbidiente e capriccioso
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Uno degli aspetti più difficili del mestiere del genitore è sicuramente quello di mettere delle regole - e conseguentemente farle rispettare. Non è raro che un genitore parta con tutte le buone intenzioni, ma poi si trovi a fare i conti con la quotidianità e con i capricci, e finisca per cedere al caos e alla disubbidienza. Spesso, infatti, piuttosto che ascoltare le lamentele dei più piccoli di fronte ad ogni mansione quotidiana, mamma o papà preferiscono sbrigarsela da soli, senza sapere che in questo modo stanno dando un segnale sbagliatissimo, che i bambini potrebbero portarsi dietro per sempre.

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Greg Westfall/Wikimedia Commons

Greg Westfall/Wikimedia Commons

Infatti, i bambini svogliati o pigri non solo incidono negativamente sull'andamento della vita famigliare, ma di fatto stanno apprendendo lezioni sbagliate sulla vita. Chiedere ad un figlio di completare un compito quotidiano significa insegnargli che tutto ha un valore. Preparare la tavola per la cena può essere il prezzo da pagare per poter guardare la televisione dopo mangiato; utilizzare il tablet dei genitori può essere la ricompensa per aver aiutato a stendere i panni.

Avere un compito aiuta il bambino a responsabilizzarsi, insegnandogli a cominciare e concludere un progetto (seppur semplice) in totale autonomia. Infine, cosa non meno importante, farsi aiutare dai bambini li fa crescere con la consapevolezza che non esistono ruoli prestabiliti: che non è solo la mamma a dover lavare i panni e che tutti - nessuno escluso - possono e devono contribuire ai bisogni della comunità.

Questo atteggiamento positivo nei confronti delle faccende quotidiane andrebbe insegnato da piccoli, poiché è molto difficile successivamente correggere un comportamento cronicizzato. Come bisogna agire però in questi casi?

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verkeorg/Flickr

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Se si vuole correggere il comportamento svogliato ed indifferente di un figlio, bisogna prima di tutto lavorare su se stessi, delineando quante e quali mansioni sarà necessario condividere, e quali saranno i rinforzi (positivi o negativi).

Una volta stabilito ciò, bisogna comunicarlo in maniera chiara, senza nervosismi e senza traumi. In fondo, se il figlio non si impegna in nulla, è colpa del genitore che è stato assente o troppo permissivo, e non ci si può aspettare di risolvere tutto dall'oggi al domani.

Una cosa fondamentale, nella fase iniziale, è la coerenza. Basta un solo cedimento per compromettere tutto! Se decidiamo che la sera toccherà al figlio sgomberare la tavola, ma poi mostreremo troppa morbidezza e inizieremo a farlo noi, avremo mandato un segnale sbagliatissimo. Non solo avremo rinforzato la pigrizia di nostro figlio, ma avremo comunicato la convinzione che le regole sono in qualche modo flessibili, in casa come nella vita.

In conclusione, ogni genitore dovrebbe avere chiaro in mente che non sta facendo nessun sopruso se chiede al suo bambino di dare una mano o di portare risultati concreti a livello di studio. L'educazione è fatta di piccole e costanti lezioni... Anche lavare i piatti dopo pranzo può rivelarsi un insegnamento che tornerà utile nella vita!

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