Una super colonia di pinguini: la scoperta in Antartide riaccende una speranza sulla salute del pianeta

di Laura Gagliardi

17 Agosto 2018

Una super colonia di pinguini: la scoperta in Antartide riaccende una speranza sulla salute del pianeta
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L'allarme per il riscaldamento climatico risuona ormai da molto tempo: l'intensificazione oltre misura dell'effetto serra causato dalle attività umane inquinanti sta dando luogo a cambiamenti considerevoli nel clima, con ripercussioni su fauna e flora.

Tra i segnali provenienti da diverse parti del mondo, quelli rilevati in Antartide sono particolarmente indicativi dello stato di salute del nostro pianeta.

Ecco perché la recente scoperta di una spedizione scientifica nel polo Sud rappresenta una speranza per il nostro futuro.

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La scoperta

La scoperta

Woods Hole Oceanographic Inst./Vimeo

Lo studio, frutto di una collaborazione fra le università di Stony Brook e Oxford e l'Istituto oceanografico Woods Hole (WHOI) e pubblicato sulla rivista Scientific Reports, ha portato alla luce l'esistenza di una supercolonia di oltre 1,5 milioni di pinguini Adelia nelle Danger Islands, una catena di isole rocciose al largo della penisola antartica.

Seppure già dal 2006 fosse già nota la presenza di pinguini nell'area, la loro reale entità è rimasta sconosciuta in parte a causa della lontananza geografica e in parte delle acque infide che le circondano. Questo fino al 2014, quando gli scienziati scoprirono dalle immagini satellitari macchie di guano enormemente estese, rivelatrici di una popolazione insospettabilmente grande di pinguini.

Nel dicembre 2015 partì quindi la spedizione per il censimento gli uccelli: grazie all'uso di un drone è stato possibile ottenere informazioni altamente accurate sulla popolazione di pinguini. Dati che saranno utilissimi anche per monitorare gli effetti del cambiamento della temperatura e del ghiaccio marino sull'ecologia della regione.

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pexels

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Michael Polito, coautore della ricerca, afferma che "non solo le Danger Islands detengono la più grande popolazione di pinguini di Adelia nella Penisola Antartica, ma sembrano anche non aver subito il declino della popolazione che si trova lungo il lato occidentale della penisola associati ai recenti cambiamenti climatici", probabilmente proprio perché isolate dall'azione umana.

La ricerca mette dunque in evidenza l'impatto negativo delle attività umane sulla natura e la conseguente "necessità di migliorare la protezione della Penisola Antartica occidentale, dove stiamo assistendo diminuzioni drammatiche" sostiene Tom Hart, ricercatore dell'università di Oxford.

I pinguini sono, infatti, gli uccelli marini più colpiti dal cambiamento climatico, e il pinguino imperatore è classificato come "più a rischio" dall'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN).

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