La straordinaria educazione dei bambini giapponesi ha una spiegazione molto semplice

di Laura Gagliardi

12 Agosto 2018

La straordinaria educazione dei bambini giapponesi ha una spiegazione molto semplice
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Il popolo giapponese si distingue per molteplici aspetti della cultura e dello stile di vita, senza mai finire di stupire. Ad esempio, spesso stupisce e si apprezza il profondo intimo senso dell'ordine e di calma dimostrato in pubblico come in privato dai giapponesi; quando poi le stesse caratteristiche si riscontrano nei bambini giapponesi, non si può che restare esterrefatti.

Eppure sembra logico che l'origine del peculiare carattere nipponico sia da ricercarsi proprio nell'educazione dei bambini: cerchiamo di scoprire il segreto della gentilezza e della pacatezza che rendono i piccoli giapponesi così speciali.

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pixabay

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I bambini giapponesi si contraddistinguono per la loro capacità di autocontrollo e la cordialità: non fanno capricci ed obbediscono senza discutere agli adulti. Queste loro caratteristiche sono da attribuire in primo luogo al tipo di legame intergenerazionale proprio della cultura giapponese.

Gli anziani, infatti, sono considerati depositari di saggezza e, come tali, degni del massimo rispetto: la relazione vecchi e giovani è pertanto improntata all'empatia e all'affetto.

Da parte loro, gli anziani guardano con amorevolezza ai giovani, ritenendoli in via di formazione, e tendono ad essere indulgenti e premurosi nei loro confronti.

Bambini e ragazzi vedono negli adulti non dei giudici, bensì delle guide, ed accettano le loro indicazioni: di conseguenza i rapporti tra essi sono molto armoniosi.

Ne consegue anche che i ruoli di ciascuno all'interno della famiglia sono ben definiti: ad esempio i nonni non accetterebbero di assumersi le responsabilità educative dei genitori solo perché questi non hanno abbastanza tempo.

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Güldem Üstün/flickr

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Fondamentale è l'educazione alla sensibilità, come strumento per insegnare ai bambini a relazionarsi con il mondo: questo significa che qualcosa è sbagliato perché fa male ad altri, e la sofferenza dell'altro è sufficiente a far comprendere al piccolo l'errore commesso, senza bisogno di strillare.

Questo tipo di educazione inizia fin da subito, attraverso un prolungato contatto fisico con il neonato: raramente i bimbi giapponesi vanno a scuola prima dei tre anni. Anche la parola riveste un ruolo capitale: le mamme parlano al neonato, ed è normale che le famiglie si riuniscano per parlare e raccontarsi storie.

In questo modo si creano legami più profondi ed i bambini si sentono più sicuri emotivamente: si rendono conto che esiste un ordine in cui ognuno ha un suo posto. Questo li rasserena e tranquillizza, rendendo inutile fare i capricci.

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