In Giappone è stato scoperto un enorme deposito di minerali rari, che può soddisfare la Terra per secoli

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di Claudia Melucci

18 Aprile 2018

In Giappone è stato scoperto un enorme deposito di minerali rari, che può soddisfare la Terra per secoli
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Gli equilibri mondiali potrebbero essere sconvolti dalla scoperta di un vasto deposito di 16 milioni di tonnellate di minerali rari, su un'isola al largo delle coste del Giappone: questi minerali, e quindi gli elementi chimici rari di cui sono composti, sono estremamente importanti nella fabbricazione delle più moderne tecnologie, come satelliti, smartphone e veicoli elettrici. Se fino ad ora il Giappone e gran parte dei Paesi che fanno dell'industria elettronica un asso nella manica dovevano rifornirsi di minerali rari principalmente dalla Cina, presto tutto potrebbe cambiare.

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Doc Searls/Wikimedia

Doc Searls/Wikimedia

La Terra è piena di questi minerali rari, ma allora perché questa notizia potrebbe riscrivere la classifica delle potenze mondiali? Il problema dei minerali rari è che sono ampiamente dispersi su tutta la superficie terrestre: è molto difficile trovare un deposito consistente di metalli. 

In Giappone, però, il deposito da poco individuato è così ricco di minerali che basterebbe a soddisfare tutte le necessità per l'eternità: c'è abbastanza ittrio che sarebbe sufficiente per 780 anni, disprosio per 730 anni, europio per 620 anni e terbio per 420 anni. 

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Il deposito è stato trovato sull'Isola di Minamitori, al largo delle coste del Giappone: si tratta di un'isola nel territorio nazionale giapponese e quindi in possesso esclusivo del Giappone.

Il deposito è stato trovato sull'Isola di Minamitori, al largo delle coste del Giappone: si tratta di un'isola nel territorio nazionale giapponese e quindi in possesso esclusivo del Giappone.

NASA/Wikimedia

Fino ad ora è stata la Cina ad essere proprietaria del numero più grande di siti di estrazione di minerali rari, da cui devono fare rifornimento anche Stati Uniti e Giappone per la fabbricazione di qualsiasi dispositivo tecnologico: nei nostri smartphone, e così nella maggior parte degli altri apparati elettronici, vengono impiegate diverse terre rare (sono chiamati così gli elementi della penultima riga della tavola periodica), e quest'ultime sono al centro degli studi per lo sviluppo di nuove tecnologie. 

I metalli rari possono formarsi dall'attività vulcanica, ma la maggior parte di quelli presenti sulla terra risalgono all'esplosione di una Supernova, addirittura prima che la Terra si formasse: questi elementi si sono poi accumulati nel mantello che l'attività tettonica ha in parte fatto affiorare in superficie, esponendo di conseguenza anche i metalli rari. 

Ancora non è nulla scritto del cambiamento che si prevede: esiste infatti un grande limite riguardante i minerali rari. La loro estrazione è estremamente complicata e costosa, dunque, al momento, il ricco deposito non è utilizzabile. Se il Giappone vorrà imporsi sulla scena dell'industria elettronica dovrà sviluppare nuove tecniche di estrazione e solo allora potremmo vedere gli equilibri sconvolti o addirittura ribaltati (con la Cina, ad esempio, costretta a pagare i vicini nipponici per ottenere il prezioso materiale). 

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