Gli scienziati sono riusciti ad eliminare l'Alzheimer nei topi

Claudia Melucci image
di Claudia Melucci

27 Marzo 2018

Gli scienziati sono riusciti ad eliminare l'Alzheimer nei topi
Advertisement

La notizia ha fatto il giro del mondo in pochissimi istanti, come è giusto che sia quando si raggiungono degli importanti risultati che riguardano l'umanità intera. La Scuola di Medicina dell'Università di Washington ha annunciato che un team di scienziati è riuscito ad eliminare l'Alzheimer nei topi: a riuscirci è stato in realtà un anticorpo, l'Hae-4, senza andare ad intaccare altre parti dell'organismo e riducendo di molto gli effetti collaterali, rispetto alle terapie finora prospettate. 

Advertisement
Monica Xiong

Monica Xiong

Da tempo gli scienziati hanno compreso che una terapia per l'Alzheimer deve interessare le cosiddette placche amiloidi, formazioni extracellulari che iniziano a presentarsi anche fino a decenni prima di un conclamato esordio di Alzheimer. Queste placche sono composte principalmente dalla proteina beta amiloide e dalla apolipoproteina E (Apoe) e vanno ad interferire con il corretto funzionamento delle sinapsi neuronali. 

I ricercatori dell'Università di Washington hanno scoperto che un anticorpo, l'Hae-4, sarebbe in grado di attaccare l'Apoe e di eliminare gradualmente le placche amiloidi. 

Lo studio in questione si inerisce in tutte le altre ricerche che avevano già individuato negli anticorpi una possibile strada per il trattamento della malattia, le quali, però, comportavano degli effetti collaterali non indifferenti (infiammazioni e accumulo di fluidi nel cervello). La classe di anticorpi capace di attaccare selettivamente l'alipoproteina E, invece, comporta una risposta immunitaria molto bassa. 

David Holtzman, autore dello studio, spiega: "L’anticorpo anti-Apoe prenderebbe di mira solo una piccolissima componente della placca. Ciò significa che potremmo trovare meno attivazione immunitaria, e potremmo non vedere gli effetti collaterali indesiderati". 

Advertisement
KGH/Wikimedia

KGH/Wikimedia

I ricercatori hanno individuato un altro aspetto nell'anticorpo Hae-4 che lo rende diverso e molto più promettente: dagli esami emerge che l'anticorpo ha attaccato esclusivamente l'Apoe nelle placche amiloidi e non nel sangue, in cui svolge un importante ruolo nel trasporto dei grassi e del colesterolo. Questo perché, si è visto in un secondo momento, l'Apoe nelle placche ha una struttura diversa da quello del sangue, e questo basta a limitare l'azione dell'anticorpo Hae-4 al cervello.

La scoperta dell'Università di Washington è senz'altro promettente perché, come afferma il dottor Holtzman, il trattamento delle placche consentirebbe di fermare tutti quei cambiamenti nel cervello che causano perdita di memoria, confusione e declino cognitivo.

Ora dobbiamo solo aspettare ulteriori sviluppi e il passaggio alla sperimentazione umana. 

Sources:

Advertisement