Al San Raffaele di Milano impiantato il primo occhio bionico ad una paziente non vedente

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di Claudia Melucci

17 Marzo 2018

Al San Raffaele di Milano impiantato il primo occhio bionico ad una paziente non vedente
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Viviamo nell'epoca dei contrasti, anni di passaggio a cavallo tra l'epoca analogica e quella digitale: possiamo definirla 'dei contrasti' perché se da un lato facciamo ancora uso di oggetti astrusi, decisamente relegati agli anni passati, allo stesso tempo assistiamo alla sperimentazione di tecnologie che davvero sembrano essere arrivate direttamente dal futuro: come non potrebbe esserlo, ad esempio, un occhio bionico?

All'ospedale San Raffaele di Milano è stato impiantato il primo occhio bionico ad una donna di 50 anni precedentemente del tutto non vedente: a differenza delle altre tecnologie, quella in questione non fa uso alcuno di apparecchi esterni o di occhiali da vista speciali per poter funzionare. Un vero e proprio occhio bionico, che spalanca le porte a chissà quali tecnologie della bioingegneria. 

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pexels.com

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L'intervento è durato circa 11 ore ed è stato eseguito su una paziente di 50 anni, resa non vedente da una malattia ereditaria, la retinite pigmentosa. Durante l'operazione le è stato impiantato sotto la retina un microchip capace di inviare impulsi elettrici al nervo ottico e quindi al cervello: in pratica, il chip svolge il compito delle cellule non più in grado di fare il loro lavoro.

La donna potrà, grazie all'impianto, tornare a vedere luci ed ombre, distinguere il giorno dalla notte e a ridistinguere alcune immagini grazie alla memoria visiva registrata quando la signora era ancora vedente. La paziente dovrà attendere che le ferite provocate dall'intervento si riassorbano prima di poter assistere all'accensione del chip.

La tecnologia è stata sviluppata dalla compagnia tedesca Retina Implant, che ha costruito un chip di soli 3 millimetri, con 1600 sensori. L'intervento è risultato molto costoso ed è per questo che è stato finanziato dalla Banca Mediolanum. 

L'innovazione di questo intervento consiste nel fatto che il microchip non ha bisogno di nessun altro strumento esterno per funzionare.

L'ospedale fa sapere che al momento non sono previsti altri interventi di questo tipo, per poter seguire con più attenzione la fase di sperimentazione. Tuttavia, è stata aperto un indirizzo mail al quale le persone con problemi di vista possono esporre domande e richieste di informazioni.

Soprattutto, l'ospedale ci tiene a sottolineare che le patologie compatibili con questo tipo di impianto sono le malattie retiniche degenerative ereditarie, come la retinite pigmentosa e le distrofie retiniche dei coni e dei bastoncelli. 

L'operazione invece non è compatibile con i casi di glaucoma o con i pazienti non vedenti dalla nascita. 

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