La Banca Mondiale annuncia: dal 2020 stop ai finanziamenti all'industria dei combustibili fossili

di Francesco Mattia

25 Dicembre 2017

La Banca Mondiale annuncia: dal 2020 stop ai finanziamenti all'industria dei combustibili fossili
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Durante il One Planet Summit di Parigi, organizzato dal presidente francese Macron e tenutosi il 12 dicembre 2017, la Banca Mondiale ha annunciato che a partire dalla fine 2019 non finanzierà più l'estrazione di petrolio e gas. Tale mossa sarà certamente elogiata da tutti gli oppositori dell'energia tratta da combustibili fossili e, grazie al peso che la Banca esercita sull'economia mondiale, garantirà un più rapido passaggio alle energie rinnovabili.

Immagine di copertina: Flickr/Paul Lowry (CC BY 2.0)

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L'annuncio ufficiale

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skeeze/ Pixabay

La dichiarazione della Banca Mondiale potrebbe essere decisiva per una rivoluzione della questione energetica ed ambientale.
Nel 2015 la Banca aveva promesso che entro il 2020 sarebbe riuscita a dedicare il 28% del proprio potere economico alla causa ambientalista, in particolare in favore delle politiche di tutela climatica del pianeta; stando a quanto dichiarato al One Planet Summit, tale pronostico potrebbe seriamente essere rispettato. 

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Gerry Machen/ Flickr

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Quello sferrato dalla Banca Mondiale potrebbe essere uno dei colpi decisivi che saranno impressi all'economia basata sui combustibili fossili.
In effetti, alcune statistiche mostrano come l'installazione di nuovi strumenti per la produzione di energia rinnovabile risulti più conveniente (sia in termini di risparmio, che di efficienza e benefici ambientali) rispetto al mantenimento delle centrali elettriche a carbone e delle piattaforme petrolifere.

IADE-Michoko/ Pixabay

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Ad ogni modo, la Banca Mondiale ha anche dichiarato che non mancherà di tener conto della situazione economica globale durante l'attuazione del provvedimento, il quale rientrerà nelle linee previste dall'Accordo di Parigi. In effetti lo stesso One Planet Summit è stato organizzato in occasione dell'anniversario della stipula dell'Accordo, per rimarcare l'importanza della questione ambientale nonostante la recente marcia indietro degli USA, lo Stato membro delle Nazioni Unite più influente a livello finanziario e decisionale.

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