Sei un tipo che piange molto? Gli scienziati hanno scoperto come ricavare elettricità dalle lacrime

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di Claudia Melucci

02 Dicembre 2017

Sei un tipo che piange molto? Gli scienziati hanno scoperto come ricavare elettricità dalle lacrime
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Da molti anni la ricerca ha compreso che una condizione necessaria affinché un qualsiasi dispositivo medico impiantato in un corpo umano non venga rigettato, è la somiglianza di quest'ultimo con i tessuti biologici del corpo ospitante. Proprio in relazione a ciò, una delle ultime scoperte scientifiche promette di apportare significativi miglioramenti nel campo dell'ingegneria biomedica. Gli scienziati dell'Università di Limerick hanno scoperto la possibilità di produrre energia elettrica a partire dalle lacrime.

via aip.scitation.org

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Nelle lacrime sono presenti i cristalli di una proteina dai quali, se applicata una pressione su di essi, si può produrre energia elettrica.

Nelle lacrime sono presenti i cristalli di una proteina dai quali, se applicata una pressione su di essi, si può produrre energia elettrica.

Anil kumar/Flickr

La tecnologia della produzione di elettricità a partire da una pressione è già ben nota da tempo alla comunità scientifica: i materiali che manifestano questa caratteristica vengono definiti piezoelettrici e la piezoelettricità è già sfruttata per il funzionamento di diversi dispositivi negli ambiti più vari. 

Questa proteina è abbondante nelle lacrime, ma si trova anche nell'albume dell'uovo e in altre secrezioni animali e umane. 

Ciò che ha più stupito gli scienziati è il fatto che il grado di piezoelettricità di tali cristalli equipara quello del materiale piezoelettrico per eccellenza, il quarzo. Tuttavia le lacrime presentano dei vantaggi notevoli rispetto al quarzo, quando si pensa ad un'applicazione biomedica: le lacrime infatti non sono assolutamente tossiche essendo ovviamente un materiale biologico. Da ciò ne consegue che le ipotesi di utilizzo in campo medico sono innumerevoli, prima tra tutte quella di creare un rivestimento antimicrobico per gli impianti medici. 

Un ulteriore vantaggio è il fatto che i cristalli di lisozima sono studiati da tempo e si conosce quasi tutto di loro: costituiscono infatti il secondo tipo di proteina, e il primo tipo di enzima, di cui si è conosciuta la struttura. 

La scoperta apre le porte finalmente ad un progetto che tiene impegnati molti scienziati, quello di portare la tecnologia della piezoelettricità nel campo della medicina, per migliorare i dispositivi medici presenti e inventarne di nuovi, al fine di assistere i pazienti in un modo sempre meno invasivo. Ad esempio si pensa ad una pompa per il rilascio controllato ed automatico di farmaci, in grado di alimentarsi con l'energia ricavata dall'ambiente circostante, attraverso un'interazione piezoelettrica. 

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