Meno cose vuol dire più felicità: la vita minimalista di questo giapponese ne è un esempio

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di Claudia Melucci

28 Settembre 2017

Meno cose vuol dire più felicità: la vita minimalista di questo giapponese ne è un esempio
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I filosofi dell'antichità già sapevano che la felicità non poteva essere legata a beni materiali e che al contrario più cose si hanno più la loro gestione (e quindi la vita stessa) è complicata. "La felicità non sta nel possedere, ma nel vivere esperienze" viene ripetuto oggi, ma davvero pochi colgono il vero significato di questa affermazione, o meglio, in pochissimi riescono ad attuarla davvero. 

Molte tendenze minimaliste si sono sviluppate in diverse parti del mondo e tutte sostengono che possedere spazio (sia fisico che mentale) è molto meglio che possedere oggetti materiali. 

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Il The Guardian ha intervistato l'editore Fumio Sasaki, che ha scelto di liberarsi di qualsiasi cosa non sia davvero indispensabile per lui, spiegando le motivazioni per cui lo ha fatto: 

"Vivere con l'essenziale non mi ha dato solo il piacere di avere una stanza più pulita o di vedere semplificate di molto le pulizie, ma mi ha portato ad un cambiamento più radicale. Mi ha dato l'opportunità di riflettere su cosa vuol dire davvero essere felici".

L'uomo si è liberato prima di tutto del pregiudizio dei giorni nostri secondo cui una persona è felice o attraente in base alla disponibilità economica che ha. Ha abbracciato completamente il minimalismo, si è liberato di tutte le inutilità materiali e allo stesso tempo anche di quelle mentali, pregiudizi e convenzioni materialistiche. 

Pulire gli ambienti dalle cose equivale a purificare nel profondo anche se stessi, è una sorta di disintossicazione. 

Questa filosofia permette anche di liberarsi da quella smania di comparazione che ci spinge a sua a volta ad acquistare oggetti per essere al pari di un'altra persona:

"Se sei come ero io prima, confrontavo sempre ciò che avevo con ciò che avevano gli altri, penso che sia arrivata l'ora anche per te di dire addio a molte cose. Naturalmente ci sono persone che non possono essere definite "attaccate alle cose" nonostante ci vivano in mezzo ogni giorno, o addirittura persone che fioriscono in mezzo al caos dei loro beni. Ma io mi riferisco alle persone comuni e voglio trovare un modo in cui tutti noi possiamo essere felici. Cercare di comprare la felicità rende felici solo per poco tempo. Quando pensiamo alla verà felicità ci sentiamo vuoti perché non ce l'abbiamo."

Possedere troppe cose (e rischiare di desiderarne sempre di più) è un ostacolo, è letteralmente un muro di oggetti che rende più difficile il raggiungimento di una felicità più duratura. Una delle cose che si possono dire con certezze è che la felicità è spazio aperto, è aria che circola, è senza confini, e quando ci si sente felici non ci si sente soffocati. 

 

 

 

 

 

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