Lavorare di meno per lavorare di più: senza riposo siamo destinati al fallimento

di Simone Troja

28 Agosto 2017

Lavorare di meno per lavorare di più: senza riposo siamo destinati al fallimento
Advertisement

Nella società moderna il lavoro ha invaso ogni spazio della vita, spesso lo si porta a casa e si esibiscono con orgoglio l'impegno e il fato di essere sempre occupati. Ma prolungare gli orari lavorativi per stare sempre al passo e aumentare la produttività può portare con sé effetti indesiderati: risultati assolutamente piatti e privi di personalità. La stanchezza mentale non va presa sottogamba perché potrebbe provocare un deficit produttivo abbastanza evidente. Ci sono molti esempi nella storia che un'enorme quantità di lavoro giornaliero non è l'unica strada verso il successo.

Immagine di copertina: Wikimedia (CC BY-SA 3.0)

Advertisement
maxpixel.com

maxpixel.com

Lavorare di meno e ritagliarsi più tempo per il riposo, per quanto sembri incredibile, a lungo andare garantisce risultati migliori. Una mente riposata è una mente attiva, rapida, brillante. Seppure la quantità di tempo dedicato al lavoro risulta essere minore, infatti, la qualità di questo tempo sopperirà all'esiguo numero di ore impiegate. Ma quante ore sarebbe opportuno lavorare al giorno affinché non siano né troppe né troppo poche?

Secondo Alex Pang, autore del libro Rest: Why You Get More Done When You Work Less (Riposatevi: perché ottenete di più lavorando di meno), non bisognerebbe andare oltre le quattro ore lavorative. Anche l'antropologo Marshall Sahlins è d'accordo, affermando che i nostri progenitori dedicavano alla caccia e alla raccolta solo il tempo necessario per soddisfare le proprie necessità.
Questo concetto non è completamente nuovo, già alcuni celebri personaggi storici avevano fatto tesoro di questa intuizione. Darwin lavorava per tre ore al mattino e solo un'ora nel pomeriggio; il matematico Henri Poincaré dalle dieci del mattino a mezzogiorno e poi dalle cinque alle sette del pomeriggio. E non erano gli unici! Leonard Woolf, marito della celebre scrittrice Virginia Woolf, descriveva le abitudini lavorative di sua moglie in questo modo: "È sorprendente quanto possa produrre una persona in un anno, che si tratti di pagnotte, libri, vasi o immagini, se lavora duro e in maniera professionale per questo obiettivo per tre ore e mezza al giorno". La virtù del "poco e spesso" sembrava essere, per queste persone, la soluzione migliore per aumentare il livello della produzione.

Indipendentemente dal lavoro che si compie, è bene quindi dedicare del tempo al proprio riposo, sia fisico che mentale. Se non ci fermiamo mai, anche se potremmo non notarlo subito, il nostro corpo potrebbe mandarci il conto da pagare tra qualche anno, e potrebbe essere una cifra piuttosto alta...

Advertisement