La solitudine e l'isolamento possono essere più mortali dell'obesità

di Simone Troja

12 Agosto 2017

La solitudine e l'isolamento possono essere più mortali dell'obesità
Advertisement

Sebbene la nostra società sia probabilmente all'apice delle possibilità di comunicazione e praticamente tutti i suoi abitanti siano connessi ogni secondo e in ogni luogo, molte parti del mondo sono colpite da un singolare fenomeno chiamato solitudine epidemica.
È stato infatti stimato che oltre quarantadue milioni di adulti che abbiano superato i quarantacinque anni soffrano di solitudine cronica.

Advertisement
Johannes Martin/Flickr

Johannes Martin/Flickr

Una nuova ricerca sostiene che questa diffusa ondata di isolamento sia una minaccia per il nostro benessere più pericolosa dell'obesità. Il problema è anche in via di peggioramento a causa del numero sempre minore di matrimoni, dell'abbassamento delle nascite (almeno in Occidente) e del conseguente invecchiamento globale della popolazione.

"Essere connessi socialmente con gli altri è considerato uno dei bisogni della specie umana... Tanto è vero che l'isolamento è utilizzato come forma di punizione", ha detto Julianne Holt-Lunstad, professoressa di psicologia alla Brigham Young University. "Ma avere delle così vaste possibilità di comunicazione non ci rende meno soli: la compagnia e la socialità sono qualcosa di diverso dai follower dei social network".

Advertisement
pixabay.com

pixabay.com

Lo studio, il più grande nel suo genere, è stato presentato alla centoventicinquesima Annual Convention of the American Psychological Association. La ricerca ha usato dati provenienti da due precedenti ricerche che avevano raccolto dati in Nord America ma anche in Europa, Asia e Australia. Quello che la ricerca ha evidenziato è stato il dato terribile che l'isolamento sociale e la solitudine (soprattutto durante l'età adulta) hanno un effetto tangibile sul rischio di morte prematura. Infatti sono state notate delle correlazioni tra alcuni disturbi e la solitudine cronica, la quale potrebbe portare a un sonno disturbato, problemi di circolazione, demenza prematura e debolezza del sistema immunitario.

I ricercatori sperano che i loro studi possano aumentare l'attenzione e la sensibilità su questo argomento e poter pensare a delle contromisure per arginare il problema in qualche maniera. Insieme si può trovare una soluzione.

Advertisement