Buoni motivi per smettere di mangiare il tonno e comprendere che non è così salutare come sembra

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di Claudia Melucci

04 Maggio 2017

Buoni motivi per smettere di mangiare il tonno e comprendere che non è così salutare come sembra
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Il tonno in scatola è un prodotto che moltissime persone acquistano regolarmente: in cucina lo si può utilizzare in svariati modi, come condimento o come portata a sé, e dagli sportivi è preferito per il suo elevato contenuto proteico. Anche chi sta a dieta lo mangia per il suo potere saziante e il basso apporto calorico. Insomma, il tonno in scatola sembra essere in tutto e per tutto un ottimo alimento, anche per il fatto che si tratta di pesce e i nutrizionisti consigliano di consumare almeno due volte a settimana questo alimento. Ma è davvero tutto così roseo? Purtroppo no, esiste più di qualche motivo per smettere di mangiare tonno inscatolato...

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A.Savin/ommons.wikimedia.org

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  1. Il tonno in scatola può contenere livelli di mercurio troppo elevati: il mercurio è naturalmente presente nell'aria, nel suolo e nell'acqua, ma negli ultimi tempi il suo livello ha oltrepassato la soglia della normalità a causa dell'inquinamento umano. I pesci accumulano il mercurio all'interno del proprio corpo trasformandolo in metilmercurio, un derivato altamente pericoloso per l'uomo. Di norma sono i pesci più grandi, tra cui i tonni, ad accumularne maggiori quantità. Il mercurio risulta essere tossico per il sistema nervoso, per quello immunitario per la salute dei polmoni, dei reni e degli occhi.

  2. Alto contenuto di sodio: per garantire una lunga e corretta conservazione al tonno in scatola vengono aggiunte grandi quantità di sale (fino a 600 mg) che possono risultare dannose per chi soffre di ipertensione e problemi cardiaci. Non bisogna scordare inoltre che un eccessivo consumo di sale aumenta il rischio di ictus.

  3. La pesca minaccia l'estinzione: alcune specie sono state decimate dalla pesca sempre più efferata e sregolata. Più volte il Tonno rosso dell'Atlantico è entrato a far parte della categoria "seriamente minacciato".

  4. Durante la pesca vengono uccisi i delfini: spesso accade che nel gettare reti atte a catturare i tonni si vadano a ferire i delfini che popolano le stesse acque. Questo fenomeno è più che mai frequente laddove è permessa la pesca a strascico, una delle tecniche meno rispettose del mare, ovvero nel Pacifico tra il Messico e l'America Centrale. Alcuni marchi hanno deciso di rassicurare i consumatori sull'eticità dei metodi di pesca adottati marchiando le scatolette con la scritta "Dolphin Safe". 

  5. Se non è di qualità si corrono molti rischi: quello da cui ci si deve proteggere maggiormente è il pericolo di ingerire parassiti tipici del tonno che vanno ad annidarsi nelle pareti dello stomaco. L’anisakidosi, malattia provocata proprio da una specie di parassiti, è tornata a diffondersi da quando la moda del pesce crudo (sushi) ha interessato molti paesi. 

  6. Crudeltà della pesca commerciale: come abbiamo citato precedentemente, anche la pesca in mare può raggirare le regole stabilite dalla legge e mettere in atto pratiche illegali a danno della flora e della fauna marina. Tra le tecniche più distruttive c'è la cosiddetta pesca con reti a circuizione, con la quale vengono pescati anche esemplari giovanissimi oltre a squali, delfini e tartarughe: viene adottata anche dai più noti marchi.

  7. Presenza di altri contaminanti: sembrano essere molto pochi i vantaggi che si guadagnano dal consumo di tonno in scatola. Tra gli svantaggi si aggiunge anche quello della presenza di altri contaminanti pericolosi, quali diossine e policlorobifenil (PCB), sostanze cancerogene individuate anche nei tessuti adiposi dei tonni pescati. 

  8. Inquinamento delle acque: se i mari e gli oceani riversano oggi in uno stato di salute molto precario è anche colpa della pesca intensiva sostenuta dalla richiesta commerciale. Le navi e gli attrezzi da pesca rilasciano ad ogni battuta ingenti quantità di contaminanti e sostanze plastiche, che si vanno ad aggiungere alle tonnellate già presenti in acqua. 

  9. Anche altri animali sono intrappolati: non solo i delfini, ma anche altre specie marine vengono uccise o ferite durante le battute di pesca dei tonni. Squali, tartarughe marine e innumerevoli altre specie di pesci vanno a finire nelle reti, da cui purtroppo quasi mai escono vivi. 

 Con questo articolo sollecitiamo un consumo più moderato del tonno, e soprattutto un acquisto più ragionato: qualora vi trovaste a comperare una scatoletta di tonno fatelo scegliendo il marchio che opera rispettando il mare e chi lo abita. Sulle confezioni sono stampati diversi marchi che certificano l'utilizzo di tecniche sostenibili. 

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