Il Progetto Lebensborn, l'esperimento nazista per la purificazione della razza

di Simone Troja

23 Aprile 2017

Il Progetto Lebensborn, l'esperimento nazista per la purificazione della razza
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La seconda guerra mondiale con i suoi orrori è stata definita un vicolo cieco per l'umanità, le brutture e i soprusi che si sono perpetrati in quegli anni vanno al di là delle morti in battaglia e dei bombardamenti nucleari (che già di per sé bastano a farci rabbrividire).

Il Reich portò avanti molti esperimenti sugli esseri umani e sugli animali, tanti dei quali di un'atrocità unica. Fra i molti programmi della Germania Nazista ce n'era uno però di cui non si parla spesso, non è argomento dei libri di storia o di lezioni scolastiche: stiamo parlando del progetto Lebensborn.

via jewishvirtuallibrary.org

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Il progetto Lebensborn non fu un programma direttamente violento ma in sé portava il germe della follia razzista che ha accompagnato il Reich. Il termine "Lebensborn" significa "sorgente di vita", scopo del programma era infatti incrementare le nascite "pure" dei bambini, tramite una selezione di donne (dovevano essere "più ariane possibile") che poi veniva inseminata.

Durante la gravidanza le mamme mantenevano l'anonimato ed erano portate in un ambiente sicuro che potesse permetter loro di portare avanti la gestazione senza problemi. Una volta nato il bimbo era l'Organizzazione a decidere se la mamma potesse tenerlo o se dovesse darlo in adozione.

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Il progetto fu ampliato anche alle nazioni occupate durante la guerra, solo in Norvegia nacquero 12.000 bambini concepiti in questi centri, bambini che furono oggetto di soprusi al termine della guerra. Le donne scelte per il progetto dovevano dimostrare la loro discendenza ariana e se risultavano all'altezza venivano fatte accoppiare con ufficiali delle SS e veniva loro garantito un sostegno finanziario e un trattamento di eccellenza.

A causa della distruzione della maggior parte del materiale del progetto Lebensborn non siamo a conoscenza di altri dettagli sulla situazione e non sappiamo se le donne fossero costrette ad accettare o avessero possibilità di scelta. È possibile che alcune di loro scegliessero questa via per tentare di sopravvivere all'occupazione nazista probabilmente inconsapevoli che avrebbero dovuto abbandonare i loro figli.

Se è vero che questa pratica non sembri direttamente violenta è vero anche che svuota di significato e vìola uno degli accadimenti più preziosi: la nascita della vita.

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