Il 90% della barriera corallina è morto a causa del surriscaldamento delle acque oceaniche

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di Claudia Melucci

22 Marzo 2017

Il 90% della barriera corallina è morto a causa del surriscaldamento delle acque oceaniche
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Quante volte avete letto con superficialità gli allarmi lanciati dagli ambientalisti riguardo la salute della barriera corallina? Ritenetevi fortunati se rientrate tra quelle persone che l'hanno vista (dal vero o sugli schermi) nel pieno del suo splendore, di quel rosso vibrante che ha anche identificato una particolare sfumatura del rosso. Da qualche anno a questa parte questa caratteristica è solo un lontano ricordo: i coralli oggi sono totalmente bianchi, ovvero sono morti. C'è da sentirsi un po' in colpa per non essere stati in grado, da esseri umani, di fare qualcosa per arrestare la moria della barriera che da diversi anni minacciava di scomparire.

Forse è solo la prima delle bellezze naturali a cui dobbiamo dire definitivamente addio: servirà da insegnamento per convincere i responsabili ad avere più rispetto per l'ambiente?

via businessmirror.com.ph

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Per la prima volta il bianco, il colore attuale dei coralli, significa un lutto.

Per la prima volta il bianco, il colore attuale dei coralli, significa un lutto.

Nathan Hughes Hamilton | Flickr

Oltre alla gravissima perdita dal punto di vista turistico, vogliamo soffermarci sull'importanza ambientale della barriera corallina, o per meglio dire di quello che ormai ne rimane. Proprio come suggerisce il nome, la sua funzione principale è quella di ostacolare e mitigare i moti ondosi provenienti dal largo. La barriera corallina era anche una fonte di cibo per innumerevoli specie marine che proprio qui trovavano nutrimento e luoghi per riprodursi. 

Gli esperti che da molto tempo tenevano sotto osservazione la salute della barriera, si dicono scioccati per il vertiginoso peggioramento delle condizioni ambientali che si è verificato sostanzialmente durante il 2016. 

 

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Sappiamo bene quale sia la causa della morte della barriera anche se, nonostante tutto, neghiamo ancora l'importanza di prendere seriamente il surriscaldamento delle acque oceaniche.

Sappiamo bene quale sia la causa della morte della barriera anche se, nonostante tutto, neghiamo ancora l'importanza di prendere seriamente il surriscaldamento delle acque oceaniche.

en.wikipedia.org

Proprio così, è "bastato" qualche grado di temperatura in più a scatenare un così drammatico episodio: e le acque degli oceani hanno soltanto iniziato a scaldarsi. Quali altre conseguenze dobbiamo aspettarci? 

Ad oggi è stato dichiarato morto il 90% della barriera: la restante parte si salverà solo se verranno prese urgenti misure di sicurezza che, con un pizzico di pessimismo, dubitiamo che vengano adottate in tempo utile. 

Gli esperti spiegano che c'è possibilità che i coralli si riprendano da un massiccio fenomeno di sbiancamento, ma sono necessari minimo 5 anni di condizioni di temperatura ottimali. La possibilità però si fa molto remota guardando agli eventi registrati negli ultimi decenni: ondate di calore consecutive che non hanno dato tregua a nessuna delle porzioni di barriera coinvolte. 

Quello che ci fa ancora più male è l'accezione che hanno dato molte fonti giornalistiche alla notizia: il danno più grave che sembra emergere dagli articoli è di natura prettamente economica. Si quantifica il danno in miliardi che subirà l'Australia per il declino turistico e si ipotizza la perdita dello status di Patrimonio mondiale dell'Unesco, ricevuto nel 1981. 

Cosa vale tutto ciò di fronte alla perdita di una bellezza naturale fondamentale per l'equilibro marino, dovuta ad un comportamento cieco ed irresponsabile dell'uomo?

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