Stampare ossa in 3D e impiantarle nell'arco di 24 ore: questo progetto lo rende ora possibile

di Giulia Bertoni

22 Dicembre 2016

Stampare ossa in 3D e impiantarle nell'arco di 24 ore: questo progetto lo rende ora possibile
Advertisement

Semplicemente straordinario. Questa è certamente l'espressione più adatta per descrivere l'invenzione recentemente messa a punto dalla Northwestern University (Evanston, Illionois) che rivoluzionerà la chirurgia ossea. La dottoressa Ramille Shah e il suo team, infatti, hanno creato un sistema che permetterà ai chirurghi di stampare in 3D impianti ossei su misura e in pochissimo tempo, andando così a superare le attuali modalità d'intervento che, nel caso dell'ossatura, sono spesso costose e dolorose.

via STM

Advertisement

Ossa iper-elastiche.

Ossa iper-elastiche.

Adam Jakus/Science Translational Medicine

Shah e colleghi sono stati in grado di creare un materiale definito 'osso iper-elastico' utilizzando una sorta di inchiostro ottenuto dall'unione di idrossiapatite (il minerale principale costituente delle ossa in forma di sali di calcio) e PLGA (un copolimero altamente biocompatibile). In fase sperimentale, gli scienziati hanno potuto testare l'estrema elasticità di questo materiale che, una volta impiantato, si adatta alla perfezione allo spazio circostante.

Advertisement

Come funzionano.

Come funzionano.

Adam Jakus/Science Translational Medicine

Le ossa iper-elastiche possono essere facilmente stampate in 3D, a costi ampiamente inferiori rispetto alle protesi utilizzate attualmente, e sono in grado di replicare in maniera talmente verosimile la composizione minerale di un osso vero che, una volta inserite, si comportano proprio come uno di esso: i vasi sanguigni reagiscono alla presenza della idrossiapatite, permeano il materiale super-elastico e piano piano lo trasformano in un osso. Si comportano, in sostanza, come se avessero a che fare con un normale osso incompleto.
Si tratta di un'invenzione rivoluzionaria, non solo perché più economica e facile da realizzare, ma anche perché sembra funzionare senza il bisogno di utilizzare cellule staminali o fattori di crescita.
Il progetto di Shah e colleghi è quello di creare dei laboratori per la stampa 3D direttamente negli ospedali e fornire loro il materiale in modo che i chirurghi, utilizzando i risultati degli esami effettuati con mezzi di contrasto, possano creare individualmente gli impianti di cui hanno bisogno nell'arco di sole 24 ore

Advertisement